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REPowerEU: Energia Pulita

Alessandro Bicocchi

31 ott 2022

Il piano REPowerEU, presentato dalla Commissione Europea con l'obiettivo di trasformare l’apparato energetico europeo, risponde a due esigenze: cessare la dipendenza dell’UE dai combustibili fossili della Russia e affrontare la crisi climatica. Le misure delineate consistono in risparmio energetico, diversificazione delle fonti energetiche, e un dispiegamento accelerato delle energie rinnovabili in tutti i settori.

Verrà di seguito illustrato il ruolo del solare nel panorama energetico europeo e l’impatto futuro di tali misure.

Accelerare il Dispiegamento delle Rinnovabili

Aumentare ed accelerare la produzione di energia rinnovabile nell’industria, nell’edilizia e nei trasporti darebbe una spinta significativa alla transizione energetica, riducendo anche i costi lungo tutta la filiera. La Commissione Europea propone di innalzare l’obiettivo di avere entro il 2030 una percentuale di energia rinnovabile, dal 40% come richiesto nel “Fit for 55”, al 45%. Tale proposta crea spazio per nuove iniziative, come:

  • Una “EU Solar Strategy” volta a raddoppiare la capacità di solare installato entro il 2025 e arrivare a 600 GW entro il 2030.

  • Una “Solar Rooftop Initiative” che impone un obbligo di installazione di pannelli solari sui nuovi edifici pubblici, commerciali e residenziali.

  • Raddoppiare la velocità di dispiegamento delle pompe di calore.

  • Semplificare le procedure di ottenimento dei permessi per la costruzione di nuovi impianti e l’indicazione da parte degli Stati Membri di aree ottimali per un dispiegamento accelerato.

  • Fissare l’obiettivo di produzione domestica di 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile entro il 2030, con altrettanto idrogeno importato.

  • Un “Biomethane Action Plan” volto ad incrementare la produzione di biocombustibile. [1]


Il Sorgere del Solare

Secondo le stime, nel 2021 nell’UE sono stati prodotti 156 TWh di energia elettrica da 160 GW di fotovoltaico installati, ossia circa il 5% dell’energia elettrica totale prodotta, rispetto al 4% circa del 2019. Un trend di crescita negli ultimi anni che, con i 600 GW proposti nella “EU Solar Strategy”, potrebbe portare a circa quadruplicare l’energia elettrica prodotta dal solare fotovoltaico nel 2030. [2][3]


Il “Suolo” NON Sfruttato

I tetti degli edifici offrono un grande potenziale ancora poco sfruttato per la produzione di energia pulita a basso costo. Il fotovoltaico può essere installato velocemente, utilizzando strutture già esistenti, e non andando a intaccare il suolo pubblico o i terreni agricoli. Le linee guida della “Solar Rooftop Initiative” mirano a:

  • Limitare la durata per l’ottenimento dei permessi di installazione a massimo 3 mesi.

  • Adottare regolamentazioni per rendere i nuovi edifici “solar ready”, ossia su cui possano essere facilmente installati pannelli solari.

  • Rendere obbligatoria l’installazione di pannelli solari sui tetti per:

    • nuovi edifici pubblici e commerciali con area di base maggiore di 250 metri quadrati dal 2026

    • edifici pubblici e commerciali esistenti con area di base maggiore di 250 metri quadrati dal 2027

    • nuovi edifici residenziali dal 2029

    • assicurare l’implementazione delle norme negli Stati Membri per un corretto e giusto utilizzo dell’energia da pannelli solari in edifici con più appartamenti. [1]

Supporto all’Espansione del Fotovoltaico

Parallelamente alla diffusione del fotovoltaico è necessario sviluppare la rete elettrica in modo da accomodare un flusso crescente di energia e una maggiore capillarizzazione della produzione e della domanda.

Per garantire una maggiore indipendenza del settore energetico europeo è necessario anche aumentare drasticamente la produzione domestica di pannelli solari. Solo una piccola parte della produzione mondiale di pannelli solari avviene nell’UE e la Cina rappresenta la sorgente del 75% delle importazioni europee, provocando una dipendenza potenzialmente pericolosa in caso di crisi. [4]

A partire dal 2025 molti pannelli già installati raggiungeranno la fine della loro vita operativa, ponendo enfasi sul problema del riciclo. E’ necessario quindi tener conto della riciclabilità in fase in progetto e costruire un ecosistema efficiente di riciclo, in modo da ovviare alla scarsa presenza di materiali rari sul suolo dell’UE e garantire una resilienza maggiore in presenza di eventuali crisi di approvvigionamento. 


Fonti:

 

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