Sonia Pilato
21 nov 2022
“Secondo PNRR” è stato l’appellativo utilizzato nel linguaggio comune per indicare il piano REPowerEU in funzione della magnitudine dei fondi stanziati e nella visione dell’impatto che esso si propone di avere nel traghettare i paesi UE verso l’indipendenza energetica.
Il tema della transizione energetica è inoltre previsto nella totalità dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza dei paesi UE, quale pilastro e visione comune nel superamento delle sfide dell’Unione.
Transizione energetica e PNRR
In particolare, il PNRR italiano, diviso in 6 macroaree tematiche (le Missioni), dedica grande spazio alla necessità di realizzare una Piena transizione ecologica e digitale, menzionandola sia tra gli obiettivi trasversali che dedicandovi una specifica Missione (la seconda).
La Missione 2, “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, alloca quasi 60 miliardi (69.4 miliardi se si considerano i fondi complementari) di euro agli investimenti necessari per rendere l’Italia un Paese equo, sostenibile, e ad impatto ambientale zero, in linea con gli impegni globali previsti per il 2030 e il 2050
Essa si articola di quattro componenti. Alla seconda, M2C2 - Energia Rinnovabile, Idrogeno, Rete E Mobilità Sostenibile , il Piano alloca circa 23 miliardi da investire per assicurare la piena decarbonizzazione del Paese spingendo sulle rinnovabili.
M2C3- Efficienza Energetica e riqualificazione degli edifici, dispone di 15 miliardi punta a intervenire su una debolezza dell’Italia, gli edifici, che costituiscono circa un terzo delle emissioni.
REPowerEU e PNRR
Sul finanziamento del piano REPowerEU, l’Unione Europea ha stabilito di sfruttare i prestiti non richiesti nell’ambito del Recovery Fund, che ammontano a circa 225 miliardi di euro, aumentandone la dotazione inoltre di ulteriori 20 miliardi tramite la vendita all’asta delle quote del sistema di scambio di quote di emissione (ETS), attualmente detenute nella riserva stabilizzatrice del mercato.
Il 10 Novembre Parlamento e Consiglio hanno ufficialmente legiferato in materia.
La Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2021/241 per quanto riguarda l'inserimento di capitoli dedicati al piano REPowerEU nei piani per la ripresa e la resilienza e che modifica il regolamento (UE) 2021/1060, il regolamento (UE) 2021/2115, la direttiva 2003/87/CE e la decisione (UE) 2015/1814, è stata adottata dal Parlamento in seduta plenaria con 471 voti favorevoli, 90 contrari e 53 astensioni.
Il testo codifica la proposta della Commissione, prevedendo l’inclusione delle misure di REPowerEU nei PNRR e emendando la proposta originaria, affinandola, per meglio indirizzare le misure di REPowerEU volte a contrastare la vulnerabilità energetica dei Paesi membri.
Il regolamento permette dunque di modificare i PNRR per inserire capitoli che includeranno misure legate a REPowerEU. In particolare, la proposta
Allinea il PNRR agli obiettivi del piano REPowerEU (“conformandosi all'obiettivo della neutralità climatica dell'UE entro il 2050 e della transizione digitale, aumentando la resilienza, la sicurezza e la sostenibilità del sistema energetico dell'Unione mediante una riduzione significativa della dipendenza dai combustibili fossili e mediante un maggiore utilizzo dell'energia da fonti rinnovabili, un incremento dell'efficienza energetica e della capacità di stoccaggio dell'energia e la diversificazione dell'approvvigionamento energetico a livello dell'Unione”)
Prevede la possibilità di richieste di prefinanziamento fino al 20% di tali specifiche misure
Vale quasi esclusivamente per le misure la cui entrata in vigore è prevista per febbraio 2022
Prevede l’obbligo di adottare per parte delle misure a livello transfrontaliero o multinazionale, a cui destinare almeno il 35 % delle sovvenzioni e almeno il 35 % dei prestiti
Prevede eccezioni per cause di forza maggiore, ad esempio non essere in grado di attuare le misure a causa della guerra in Ucraina
Prioritizza gli investimenti messi in campo per contrastare la povertà energetica nell’ambito delle famiglie, PMI e microimprese vulnerabili.
Fonti: